Il cielo sopra Forlì

Ottobre 20, 2023

Unieuro, anno Zero.

L’acquisizione di Covercare e l’archiviazione della (mesta) avventura Monclick sembrano incarnare quella sferzata strategica che il più grande retailer italiano di elettronica di consumo ed elettrodomestici cercava da tempo per rilanciare il proprio futuro. Anche perché, nel medesimo comunicato stampa del 17 ottobre che tanta enfasi ha dato alla svolta, un passaggio suscita inquietudine: “La Società intende fornire un aggiornamento delle guidance il 13 novembre p.v. […]”. Per “guidance” si intendono le previsioni per l’esercizio in corso e Unieuro le aveva rilasciate cinque mesi fa, a inizio maggio, preannunciando ricavi stabili a 2,9 miliardi di euro e un utile operativo (aggiustato) in miglioramento a 35/38 milioni rispetto ai 35 dello scorso anno. È già tempo di rettificarle… ma al rialzo o al ribasso?

Il mercato è difficile, si sa. Archiviati i tempi d’oro del lockdown e del rinnovo forzoso del parco Tv, il settore fa i conti con l’inflazione che impoverisce le famiglie e appesantisce i costi, mentre Amazon rosicchia zitta zitta quote di mercato ad un comparto retail tradizionale/omnicanale che non ha saputo concentrarsi e razionalizzarsi. Il trend di lungo periodo della redditività, biennio d’oro 2020-2021 a parte, è sotto gli occhi di tutti ed è ben fotografato dai bilanci di Unieuro.

Confrontando il più recente, chiuso al 28 febbraio 2023, con l’ultimo ante-pandemia, chiuso al 28 febbraio 2020, si scopre che Unieuro ha fatturato l’enormità di 439 milioni in più, passando da 2.445 a 2.884. La leva operativa, che agisce quando all’aumentare dei ricavi i costi fissi restano tali, avrebbe dovuto moltiplicare gli utili. Ma così non è stato. Eppure, nel periodo Unieuro è riuscita addirittura ad aumentare il gross margin, passato dal 20,8% al 21,6% nonostante la crescita inarrestabile dell’eCommerce, che diluisce la redditività agendo sia dal di fuori (perché inasprisce la concorrenza sul prezzo), sia dal di dentro (perché aumenta l’incidenza delle meno remunerative vendite web). I ricavi da servizi, cresciuti da 102 a 151 milioni, hanno certamente contribuito… e con Covercare si farà ancora meglio.

Se nel triennio l’utile operativo lordo (l’Ebitda, non aggiustato) è rimasto stabile in area 130 milioni nonostante il boom di ricavi, mentre l’utile operativo (l’Ebit, anche qui non aggiustato) è sceso da 41 a 24 milioni e l’utile netto (indovinate: non aggiustato) è crollato da 26 a 10 milioni, sul banco degli imputati finiscono subito i costi di struttura: con 29 negozi diretti in più e il costante rafforzamento della sede centrale, il personale è cresciuto da una media annua di 4.414 dipendenti equivalenti a tempo pieno a 4.921. Impatto: +23 milioni di euro. I trasporti, la cui onerosità cresce di pari passo con le consegne a domicilio e con la complessità della rete di vendita, hanno assorbito 21 milioni in più. I costi dell’energia, come chiunque ha sperimentato nel proprio quotidiano, sono raddoppiati da 15 a 29 milioni. È stato forse un po’ tardivo l’accordo di alcuni giorni fa con Tozzi Green per calmierarne la volatilità.

Gli ammortamenti materiali e immateriali sono aumentati complessivamente di 7 milioni, figli di quell’incessante attività di investimento necessaria ad espandere e rafforzare rete di negozi, infrastruttura logistica e sistemi informatici. E ancora le commissioni sui pagamenti (+5 milioni), le manutenzioni (+3 milioni), senza dimenticare le consulenze (+2 milioni), che da sole pesavano per oltre 9 milioni nell’ultimo bilancio: in calo di 2 dall’anno precedente, ma pur sempre quasi equivalenti all’intero utile netto di gruppo. Solo le spese di marketing sono calate di 5 milioni, anche grazie all’eliminazione del volantino cartaceo, così come gli interessi passivi sul debito, che da 2,4 milioni si sono azzerati.

Già, perché la notizia positiva è che Unieuro è ricca di liquidità e non ha debiti, anche considerando le forti fluttuazioni stagionali che alternano mesi di forte generazione di cassa a mesi di altrettanto forte assorbimento. La situazione di cassa netta – che al 31 maggio era pari a ben 80 milioni, ultimo dato noto – è una felice eredità del biennio 2020-2021 ed è stata sapientemente preservata in vista della grande occasione, appena palesatasi con l’investimento da massimi 70 milioni in Covercare.

Riuscirà la scommessa sui servizi a rasserenare un cielo improvvisamente rannuvolatosi? Se sì, come tanti nel settore si augurano, ciò non avverrà prima del 2024, con la chiusura dell’acquisizione attesa entro aprile. Nel frattempo, occhi puntati sul 13 novembre e su quella enigmatica “revisione delle guidance”.

 

Dr. Matsushita*

*Il Dr. Matsushita ha una formazione economica e spirito critico. Si ricorda anche di quando Panasonic si chiamava Matsushita Corporation e così avrebbe voluto ribattezzare il suo jack russel.

 

 

 

 

 

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I conti di Unieuro

Dati arrotondati, in milioni di euro

    Esercizio 2022/23 Esercizio 2019/20 Variazione
a 3 anni
Ricavi 2.884 2.445 18%
Acquisto merci 2.261 1.933 17%
Gross profit 623 512 22%
Gross margin 21,6% 20,8%  
Costi generali 493 383 29%
  tra cui:      
  – Personale 208 185 12%
  – Logistica 90 69 30%
  – Marketing 53 48 10%
  – Utenze 29 15 93%
  – Manutenzioni 17 14 21%
  – Spese generali di vendita 17 12 42%
  – Consulenze 9 7 29%
EBITDA 130 129 1%
Ammortamenti e svalutazioni 106 89 19%
  di cui:      
  – Amm.ti materiali e immateriali 34 27 26%
EBIT 24 41 -41%
Proventi e oneri finanziari 13 14  
  di cui:      
  – Interessi passivi su debito 0 2,4 -100%
Imposte sul reddito 1 1  
Utile netto 10 26 -62%