Bonus Tv: “La vera emergenza sono i Raee”

Settembre 30, 2021

È passato un mese abbondante da quando è entrato in vigore il decreto interministeriale sul Bonus Rottamazione Tv. Un obiettivo davvero semplice quello svolto dall’iniziativa: incentivare l’acquisto di nuovi televisori e decoder in vista dell’annunciato switch off che sancirà il passaggio ai nuovi standard di trasmissione (MPEG4, DVBT-2/HEVC). 

Ebbene, stando ai dati pubblicati sul sito del MiSE, al 10 settembre attraverso la piattaforma telematica dell’Agenzia delle Entrate, sono stati riconosciuti 232.188 contributi a valere sul Bonus Rottamazione per l’acquisto di televisori compatibili con il nuovo standard di trasmissione del digitale terrestre, e 41.323 contributi del precedente Bonus TV- Decoder, rimasto in vigore e cumulabile con il Bonus Rottamazione TV. Davvero un gran risultato.

Tutto bene quindi? Diciamo “ni”.

Lato business, non si può che essere soddisfatti dei numeri che si stanno ottenendo, favorendo il cambio generazionale di una categoria merceologica che strizza l’occhio a dispositivi sicuramente sempre più performanti e anche ecocompatibili. Certo, in questo mese non è che le problematiche non ci siano state: lato trade e lato consumatore ci sono state difficoltà tecniche per accedere al bonus (qualcuna perdura anche oggi), ma considerare questo momento non fondamentale per il mercato dei Tv sarebbe sbagliato. Abbiamo voluto scambiare due chiacchiere con Davide Rossi, direttore generale Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) per commentare questo primo mese di partenza del Bonus Tv e, occorre dirlo, la problematica evidenziata è abbastanza sorprendente:

Partiamo da un commento a caldo su questi ultimi 30 giorni…

“Il bonus Tv sta avendo un effetto assolutamente positivo sul mercato Tv. Faccio ammenda, col senno di poi, se penso alla contestazione iniziale, quando era stata annunciata l’idea del rinvio e della diluzione dello switch off: onestamente, vedendo i numeri attuali, è difficile immaginare come sarebbe andata se ci fosse stato lo spegnimento a fine settembre. Non so se avremmo retto il flusso di persone”.

Questo è il problema che state affrontando come negozianti?

In questo momento ci sono negozi che si sono organizzati con il bigliettino per smaltire le code di clienti che entrano in punto vendita per il Bonus Tv. Devo dire che sentirci trasformati in uffici pubblici, dove le persone stanno in coda, sbuffano e si arrabbiano, non fa piacere. Ma la problematica attuale è di tutt’altra natura.

Cioè?

300mila bonus erogati in poco più di un mese è un numero eccezionale. E noi, come punti vendita, abbiamo “retto” un simile riscontro. Ma la vera sfida oggi è il ritiro dei Raee, quindi dei prodotti ‘vecchi’ obsoleti che vengono portati nei negozi a fronte dell’acquisto del nuovo…

Può spiegare meglio per favore?

Mentre la nostra linea logistica in uscita funziona bene, così come il ritiro, il collo di bottiglia sorge quando il vecchio televisore viene restituito e deve essere ritirato dai sistemi collettivi che, evidentemente, si sono trovati impreparati a gestire una simile quantità di merce da smaltire.

Nessun aiuto da parte dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani)?

I sistemi comunali stanno letteralmente scoppiando, tanto che – alcuni comuni – iniziano a inventarsi scuse per non andare a ritirare i Raee. Dal canto nostro, stiamo lavorando duramente per creare nuovi spazi e nuovi ndr in affitto affrontando spese cospicue impreviste.

La verità è che c’è grande preoccupazione e tutti sono nella stessa situazione, piccoli e grandi…

Di chi è la colpa di questa situazione?

Non sono solito puntare il dito verso nessuno, ma questa volta chi è seduto nei board dei diversi sistemi collettivi esistenti (e mi riferisco ovviamente alle aziende dei Tv) avrebbero dovuto e potuto prepararsi per gestire una simile situazione.

Qual è la conseguenza di un simile comportamento se la situazione non dovesse rientrare?

È l’immagine che il nostro settore dà verso il mondo come mercato inquinatore o non inquinatore. È molto semplice.

Voi nello specifico cosa state facendo per arginare questa problematica?

Aires sarà impegnata ad aumentare la sensibilità ambientale di tutti i suoi associati: ce lo chiede il consumatore, ce lo chiede l’Europa e ce lo chiede il mercato stesso. Questa è una assunzione di responsabilità seria e necessaria di tutti gli operatori. La partita ambientale non riguarda solo la produzione della merce, ma il trade è coinvolto sia nell’ultimo sia nel primo miglio dell’economia circolare. Questo per la funzione che abbiamo, prima, di formazione e di vendita dedicata al prodotto e, dopo, nell’ultimo viaggio che riguarda lo smaltimento.