L’autunno caldo del retail

Luglio 27, 2022

Lo ha spiegato bene Unieuro, nella nota dedicata ai risultati economico-finanziari del primo trimestre dell’esercizio 2022/23. Il periodo storico che stiamo vivendo è contraddistinto da circostanze avverse piuttosto gravi che dipendono (tralasciando solo per un attimo gli ultimi anni pandemici) dallo scoppio della guerra in Ucraina (ormai in scena dalla fine del febbraio scorso). Quali sono le ripercussioni? Le forti tensioni geopolitiche ed economiche a livello mondiale stanno determinando un inasprimento dei rincari dei prodotti energetici e delle materie prime, con evidenti ricadute sui prezzi di produzione di beni e servizi. Tutto questo, in un contesto di mercato segnato da una riduzione del potere di acquisto e degli indici di fiducia dei consumatori solo in parte preservati grazie ad interventi di natura politica.

Non solo: alla situazione sopra descritta (già di per sé abbastanza drammatica) si aggiungono i ritardi nelle catene produttive e logistiche globali, che potrebbero portare, nel medio-lungo periodo, ad un generale ripensamento delle filiere globali.

Sarà un caso (forse no) l’annuncio (shock) di Amazon di ieri di aumentare unilateralmente in Italia il costo per gli abbonati al servizio Prime da 36 a 49,90 euro all’anno (una crescita secca del 38, 61%, che è di oltre quattro volte l’aumento del tasso di inflazione che in Italia a giugno ha superato l’8%) dovuta ad “un aumento generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all’inflazione che incide sui costi specifici del servizio Amazon Prime in Italia. Circostanze esterne fuori dal nostro controllo”.

È ancora il Corriere che, per spiegare questa scelta del colosso dell’eCommerce, riporta all’attenzione l’analisi del professor di Economia della Comunicazione all’università degli Studi di Milano Marco Gambaro che, qualche anno fa, aveva ipotizzato la crescita a doppia cifra del costo degli abbonamenti quando Amazon fosse stata in grado di azzerare il potere negoziale dei concorrenti decidendo così il prezzo di milioni di prodotti: è arrivato il fatidico momento?

Se ancora tutto questo non fosse sufficiente, l’Italia resterà nel limbo della crisi di governo fino a settembre, quando si andrà a votare, lasciando gravare sulla nostra economia e sui conti pubblici gravi incognite. Da una intervista a firma di Aldo Cazzullo a Carlo De Benedetti  e pubblicata sul sito del Corriere, si legge: “Con questa destra tutto è a rischio, anche il Pnrr. Bruxelles, Parigi, Berlino ci frapporrebbero ogni sorta di ostacolo, per evitare il contagio”. E ancora: “Il Pd è un partito borghese, votato da persone di buon senso. Ma ha perso i rapporti con le classi popolari. Le disuguaglianze sono ormai insostenibili, e non mi pare che Letta se ne occupi”.

Qualsiasi sia il proprio orientamento politico, scegliere a chi dare il proprio voto (con le conseguenti ripercussioni) non sarà affare semplice. E si, sarà un autunno caldo, per il retail e per tutti.