Riceviamo e pubblichiamo
Aires, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, esprime forte preoccupazione in merito alla proposta, attualmente in discussione in Commissione Europea, che prevede l’introduzione di un unico termine massimo di pagamento di 30 giorni per tutte le transazioni commerciali, scadenza che, nei piani dell’esecutivo Ue, sarà la stessa in tutti i ventisette Paesi dell’Unione. In particolare, per quanto concerne il mercato dell’elettronica di consumo, la normativa creerebbe un gravissimo danno, in quanto, invece di tutelare le PMI come nelle intenzioni dei Legislatori, di fatto andrebbe a favorire i grandi produttori globali a scapito di tutti i rivenditori italiani e anche europei. Per circoscrivere e contestualizzate la criticità espressa dalla Aires, basti pensare alle dimensioni inferiori del mondo del retail dell’elettronica di consumo se paragonate a quelle dei fornitori di questo comparto, i quali non necessitano assolutamente di questa forma di tutela e che, anzi, ne trarrebbero un vantaggio ingiustificato, indebolendo di fatto il potere contrattuale dei rivenditori europei. Inoltre, dovendo le imprese del retail ricorrere a finanziamenti per fare fronte a costi ancora non coperti dalle relative vendite (la rotazione dei prodotti è infatti ben superiore a 30 giorni) sarebbe inevitabile un aumento dei prezzi finali di vendita.
Andrea Scozzoli, presidente Aires, rivolge pertanto un appello al governo: “Mi rivolgo al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e al Ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ponendo alla loro attenzione la particolare e complessa situazione del nostro comparto. Questa proposta va respinta e riteniamo necessario un approccio più equilibrato e proporzionato che rispetti la diversità e le specificità dei diversi settori e modelli di business. La Aires, oltre a sostenere convintamente le azioni che Confcommercio sta ponendo in essere a nome di tutti i settori, si sta battendo in tal senso anche a livello europeo: unitamente a Eurocommerce, attraverso EuCER Council, di cui facciamo parte, la Aires ha sottoposto alla commissione Europea il proprio position paper, all’interno del quale sono dettagliatamente spiegati i motivi di tale opposizione. Auspichiamo che venga rivolta la dovuta attenzione a quanto esposto, perché l’impatto negativo sull’economia, sulla resilienza delle catene di approvvigionamento e sul ruolo che il settore svolge nella nostra società rischia di essere drammatico”.