Visual Merchandising, l’acquisto è un fatto emozionale!

Agosto 31, 2021

Luca Grimaldi ha iniziato a lavorare nella Gds nel 2007 e per oltre 10 anni ha lavorato “in una grande azienda occupandomi a vario titolo di vendita”. Da tre anni a questa parte svolge il lavoro di Field Specialist, “una figura complessa che esplica diverse attività tra cui anche quella di visual merchandiser. Ho lavorato per diversi brand, adesso collaboro con un marchio di telefonia nuovo in Europa, ma molto affermato nel resto del mondo. Seguo un panel di punti vendita e mi occupo di formazione, di sell in, sell out e ottimizzazione del layout. Attualmente la parte commerciale occupa sempre maggior spazio nella mia giornata, ma continuo a prestare molta attenzione al visual perché lo ritengo importantissimo”.

Luca, cos’è il visual merchandising?

Più che definire l’attività preferisco definire chi la svolge. Il visual merchandiser è una persona che attraverso un linguaggio commerciale creativo riesce a migliorare l’immagine infondendo al brand che rappresenta un’identità ben precisa, rendendola subito riconoscibile e promuovendo di conseguenza le vendite. Deve innanzitutto conoscere e comprendere come funziona l’ecosistema degli store dove lavora. Per supportare il personale del negozio e svolgere le proprie mansioni incrementando le vendite è essenziale che conosca le realtà in cui opera altrimenti correre il rischio di ostacolare l’attività ordinaria dei negozi.

A cosa serve dare spazio a questo tipo di attività all’interno dei negozi?

Unendo varie tecniche, crea dei punti focali che catturano l’attenzione del potenziale cliente consentendogli se possibile di relazionarsi direttamente col prodotto. Lo scopo finale è offrire al consumatore una esperienza visiva e sensoriale che lo invogli all’acquisto. In definitiva, creare una relazione col cliente che non sia solo economica, ma emozionale. Del resto, l’acquisto è un fatto emozionale! 

In che modo il Visual Merchandising aiuta il retail nella vendita dal tuo punto di vista?

Il 70% degli utili di una azienda proviene da clienti emotivamente connessi con il brand e le tecniche di visual merchandising, se ben adoperate, creano indubbiamente interesse emotivo negli avventori. Nel canale retail, i produttori sono ben consci di questo ma i rivenditori lo sono meno. Mi capita di riscontrare poca attenzione ai layout e all’esposizione nei negozi: lineari fatiscenti, vetrine tenute male, prodotti al tocco ma non in funzione ecc…Ed è un vero peccato!

Perché?

Lo store fisico è ancora al centro del commercio al dettaglio e lo rimarrà seppur in un’ottica di omnicanalità. Non è un caso se aziende native digitali, Amazon in primis, hanno aperto e continueranno ad aprire store fisici nei prossimi anni. Luoghi in cui l’aspetto visual spesso è ben curato. D’altronde sono abituati a lavorare in un contesto dinamico e pieno di stimoli come l’online dove, stando alle statistiche, hanno in media sette secondi per catturare l’attenzione degli utenti. C’è un moto tellurico permanente nella Gds, e in particolar modo nel settore dell’elettronica di consumo, che sostiene che a rimanere in piedi saranno quelle aziende che comprenderanno cosa succede attorno a loro e si adatteranno. E migliorare il visual merchandising degli store è una delle prime cose su cui queste dovrebbero porre attenzione e investire. Come disse Peter Druke, il padre del management moderno, Solo marketing e innovazione producono risultati: tutto il resto sono costi.