Crescere è l’unica strada per diventare grandi. O forse no

Agosto 12, 2024

Crescere è l’unica strada per diventare grandi? Concetto un po’ machiavellico, ma i recenti accadimenti ci portano a chiederci se l’espansione territoriale (mediante acquisizioni, aperture e strategie espansive spregiudicate) portino realmente al successo di una insegna. Proviamo a mettere insieme a fuoco qualche case history del passato che, vedrete, si ricollegheranno come un cerchio ai giorni nostri. Partiamo.

A fine 2003 l’allora socio campano GRE Tlc della famiglia Damiano si aggiudica all’asta indetta dal tribunale di Roma l’acquisto di Eldo Spa. Il retail ‘locale’ si trasforma così in una catena vera e propria operativa a livello nazionale: dei 46 punti vendita Eldo acquisiti, Tlc dichiarava infatti di volerne riaprire almeno 24 durante il primo anno di attività. Tutto bene? Non troppo. Nel 2012, 166 creditori danno il via libera alla proposta di concordato preventivo Eldo. È la fine di quella che puntava a divenire la terza catena operativa in italia (dopo MediaWorld e UniEuro).

Gennaio 2018: le difficoltà del retail brianzolo Castoldi Spa sono balzate agli onori della cronaca a seguito dell’indagine della polizia doganale e GdF di Como “Rekord” che aveva coinvolto la società portando all’annullamento dei fidi sia delle banche sia dei fornitori e relative società di assicurazioni del credito. A ottobre 2019, Il Sole 24 Ore pubblicava la notizia che la storica rete Castoldi, i negozi di Monza e Milano, sarebbero stati riaperti grazie al subentro di Nova. Una operazione di risanamento da 17 milioni di euro, arrivata a seguito della decisione del Tribunale di Monza di commissionare l’azienda. Ebbene, il retail romano si era fatto avanti per acquisire la Castoldi pagando 10 milioni di euro per rilevare i magazzini è un milione di euro per il canone, reperendo un finanziamento da quattro milioni e recuperando i crediti aziendali. Oggi sono invece le difficoltà di Nova ad avere una possibilità grazie all’intervento di CDS della famiglia Butali.

Si potrebbe andare avanti all’infinito, con altre storie: per esempio, quella di DPS il cui intervento di Unieuro fu provvidenziale (la catena acquistò infatti nell’estate del 2018 otto negozi dal retail pugliese ormai in fallimento). Oggi è il gigante del batte forte sempre a tenere col fiato in sospeso dipendenti, azionisti e competitor da quando, lo scorso luglio, è arrivata l’Opa lanciata dalla francese Fnac Darty su Unieuro. Quello che succederà potrebbe ribaltare completamente gli equilibri non sono del retail italiano, ma di quello europeo.

Il cerchio a voi si è chiuso? Pensate ancora che la crescita della rete sia una attività semplice, quanto prospera?